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Magia o cosmologia? Enigma ad Aosta

IL CIELO
2/9/2008

PIERO BIANUCCI

Tra gli appassionati di epigrafi misteriose quella del SATOR occupa un posto privilegiato. Questa scritta, formata da cinque righe ciascuna composta da cinque lettere, di solito si presenta sotto forma di quadrato magico:

S A T O R
A R E P O
T E N E T
O P E R A
R O T A S

Il tsto è palindromo, cioè non cambia sia che venga letto dall’inizio alla fine o dalla fine all’inizio. Come la parola “otto” o il numero “2002”.

Esempi di quadrati magici con il testo del SATOR si trovano a Pescarolo (provincia di Cremona) nella chiesa di S. Giovanni Decollato; a Verona, dove è visibile nel cortile di palazzo Benciolini; nel Duomo di S. Maria Assunta a Siena. Altri SATOR si trovano a Capestrano, a Urbino nella chiesa templare di San Andrea in Primicilio, a Fabriano nella chiesa S. Maria in Plebis Flexiae, e a Frosinone nella certosa di Trisulti. Esiste un SATOR anche a Pompei, fatto che ne testimonia l’antichità. In Valle d’Aosta esiste un SATOR nel castello di Issogne e un altro è venuto da poco nella chiesa di Sant’Orso ad Aosta (foto). Quest’ultimo però, fatto singolare, non è, come si vede, in forma di quadrato ma circolare.

In tema di archeologia e astronomia è meglio essere cauti. Troppa pseudoscienza si è fatta sulla posizione delle piramidi e anche su antiche costruzioni megalitiche come quella di Stonehenge. Ancora più prudenza è necessaria quando al connubio di archeologia e astronomia si aggiunge la componente magica, enigmistica, misteriosofica. Ciò premesso, Guido Cossard, dell’Associazione Ricerche e studi di Archeoastronomia Valdostana, ha provato a rileggere in chiave astronomica il SATOR circolare scoperto nella chiesa aostana dedicata a Sant’Orso, protettore della città. Questo SATOR circolare fa parte di un grande mosaico risalente al XII secolo, carico di significati simbolici e religiosi.

Secondo Guido Cossard, la peculiarità della scritta, disposta in forma circolare, suggerisce una nuova e più convincente traduzione dell'enigmatico testo.

Come è noto, si sono tentate varie interpretazioni della scritta palindroma. La più diffusa è: "il seminatore Arepo tiene all’opera le ruote". Taluni fanno derivare il termine Arepo da Areopago, traducendo la frase così: "Il seminatore dell’Areopago detiene le chiavi dell’opera". Vi sono numerose altre interpretazioni, ma tutte suscitano forti perplessità. La scritta di Aosta, disposta in forma circolare, suggersice che la parola rotas dovrebbe essere tradotta come “orbite” e non come “ruote”.

Considerato che anche per le altre parole esistono traduzioni più appropriate ed esaminato il modello di universo comunemente accettato nell’epoca di diffusione del SATOR, secondo Cossard la nuova e più convincente traduzione risulta la seguente: “Il Creatore, con il carro, tiene in moto le orbite” La parola "sator", in latino il seminatore, si adatta bene, per estensione, al significato di Creatore. Il tutto è perfettamente coerente con il modello di universo del periodo, con il fatto che si pensasse che le divinità si muovessero con i carri e, soprattutto, con la necessità di individuare una causa nel movimento degli astri; nello specifico - sostiene Cossard - vi era la necessità di individuare il motore dell’universo.

Il palindromo potrebbe risalire agli antichi cristiani. Più probabilmente ancora, la frase potrebbe essere ancora più antica ed essere stata assunta successivamente dalla religione cristiana, visto che anagrammando il Sator si ottengono le parole "pater noster" incrociate. In ogni caso la forma circolare della scritta presente nel mosaico di Sant’Orso è stata preziosa per giungere alla nuova interpretazione secondo cui “rotas” può indicare le orbite celesti.

http://www.lastampa .it/_web/ cmstp/tmplrubric he/scienza/ grubrica. asp?ID_blog= 49&ID_articolo= 165&ID_sezione= 72&sezione= Il%20Cielo




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